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Videoclip realizzato nella Rocchetta Mattei a Bologna per il brano “Canto Fonès” di Cristina Zavalloni tratto da una poesia di Kostantinos Kavafis.
La poesia parla delle presenze che accompagnano la vita del poeta. Queste presenze si manifestano con delle voci, quelle dei suoi antenati, che lo guidano e lo proteggono.
Partendo dal testo della canzone e della poesia di Kavafis, abbiamo immaginato un videoclip con un ambientazione cupa. Un atmosfera che ci lasciasse intravedere il travaglio del poeta nel ripercorrere a ritroso la storia della sua vita. La location in questo senso era fondamentale e siamo stati fortunati a poter girare all’interno della Rocchetta Mattei. Un castello in provincia di Bologna con una storia incredibile e una bellezza surreale. È stata perfetta come ambientazione del videoclip e ha facilitato molto il nostro lavoro. Costruita con diversi stili architettonici questo luogo sembra uscito da un opera di Escher, in ogni angolo c’erano scenografie straordinarie.
La protagonista del videoclip, interpretata dalla stessa Zavalloni, vaga in questo castello, che è il suo rifugio. Presto ci accorgeremo che, oltre a lei, nel castello ci sono delle “presenze”. Queste presenze non sono ostili ma, anzi, potrebbero essere il vero motivo per cui lei si rifugia nel castello. Sono le “voci amate” di cui parla la poesia e che la accompagnano in un viaggio nel profondo della sua personalità, fatta di diverse sfaccettature.
Durante i primi incontri con Cristina avevamo deciso di “interpretare gli spazi” e di richiamare nel videoclip la struttura simmetrica della canzone.
Con l’intenzione di”giocare con le simmetrie” abbiamo pensato che a dare corpo a queste “presenze” avremmo inserito il “tema del doppio”, come doppie sono le strofe che compongono la canzone. Non avremmo seguito una sola protagonista ma più copie di sé stessa. Per caratterizzarle il più possibile e distinguerle tra loro le abbiamo diversificate con i costumi. Quella più aggressiva e decisa con il costume zebrato, quella più folle nelle immagini con il costume verde e quella più “tormentata” nelle immagini nella sala della pace con il costume scuro.
Oltre alla simmetria del “personaggio” e della canzone abbiamo abbiamo deciso di enfatizzare ulteriormente questo aspetto con gli effetti visivi. Quindi abbiamo “composto” alcune immagini con doppie inquadrature, creando una simmetria “digitale” che si confonde, a sua volta, con le simmetrie reali della rocchetta.
Il risultato è un videoclip surreale e unico.
Nel 2016 il videoclip di Cristina Zavalloni è stato selezionato al Festival VISIONI ITALIANE della Cineteca di Bologna nell’ambito della rassegna “FARE CINEMA A BOLOGNA”
